“Love Match”, Con Michela Andreozzi e Massimiliano Vado, Regia di Massimiliano Vado

 

E se i mille volti dell’amore si confrontassero su un palco? Michela Andreozzi e Massimiliano Vado, coppia nella vita e nell’arte, provano a rispondere ai numerosi quesiti del cuore con il loro spettacolo “love Match”, in scena dal 9 al 20 marzo al Teatro Golden di Roma, con le musiche di Antonio Di Pofi e i quadri di Mauro Di Silvestre. La bravura dei due attori riesce a dare vita ad uno spettacolo comico e romantico, prodotto da Atpr & Vincenzo Sinopoli, che alterna vari stati d’animo, portando i due protagonisti ad interrogarsi in una escalation di emozioni senza esclusione di colpi.

 

Più che uno spettacolo vero e proprio, si tratta di un insieme di “quadri”, alcuni romantici, altri – la maggior parte – comici, qualcuno drammatico, tutti con il “fil rouge” del rapporto di coppia. Alcune scene sono belle ed originali, con battute che strappano la risata anche allo spettatore più smaliziato; altre sono belle senza essere però originali, con evidenti richiami soprattutto a cliché già visti in televisione in stile “Sandra e Raimondo”. La Andreozzi ha molte maschere, non tutte allo stesso alto livello della moglie di Papaleo in “Basilicata Coast to Coast”, ma sembra nata per calcare il palcoscenico. Vado è più intellettuale, meno istintivo, e sul palco la cosa si traduce in una subalternità forse anche voluta dai due, tanto da sembrare molto spesso lui la componente femminile della coppia.

 

Si passa un’ora e tre quarti circa volentieri, senza la pretesa di vedere chissà quale capolavoro, ma con serenità, qualità preziosa e di questi tempi anche desiderata. Il pezzo finale, che invita a vivere la felicità declinandola al presente, e non desiderarla o rimpiangerla declinandola al passato o al futuro, per quanto come messaggio sia vecchio di millenni, è reso bene, ed è la giusta chiusura del caleidoscopio dei vari “match” tra uomo e donna presentati fino a quel momento.

 

Il più: la battuta “Se lo famo ogni tre ore non è sesso, è ‘na poppata”

Il meno: alcune canzoni non strettamente necessarie.