Tre giorni. Tanti ne servono a Pirandello per scrivere la commedia “Sei Personaggi in Cerca d’Autore”, prima di leggerla personalmente alla compagnia di Dario Niccodemi. «Ma nessuno aveva capito niente», racconta lo stesso Niccodemi per spiegare uno straniamento che presto coinvolge anche il pubblico. “Manicomio! Manicomio!” fu il grido degli spettatori che decretarono il fiasco della prima rappresentazione dello spettacolo al Teatro Valle di Roma il 9 maggio del 1921, Pirandello fuggì dall’ingresso di dietro del teatro nel cosiddetto ‘vicolo dei gatti morti’, prese una carrozzella, che venne raggiunta dal lancio di monetine del pubblico indignato. Ma incontrò un grande successo nelle repliche di Parigi, Londra e New York.

Nel 1925 Pirandello stesso rimise in scena il suo testo e il pubblico italiano, questa volta, ne decretò il trionfo.

Sei personaggi in cerca di autore è probabilmente il testo di teatro più importante di tutti i tempi – dice Gabriele Lavia – esso interroga il fondamento stesso del teatro: la contraddizione e la discordanza tra l’attore e il personaggio e l’impossibilità a fare dei due una sola unità. Ma dice Eraclito, “Da ciò che è più discorde, lo splendido accordo.”

Fu rappresentata ad opera della Compagnia di Dario Niccodemi, con Luigi Almirante nel ruolo del Padre e Vera Vergani in quello della Figliastra.

È considerata la prima opera della trilogia del teatro nel teatro, comprendente ‘Questa sera si recita a soggetto’ e ‘Ciascuno a suo modo’.

Accentrata sul problema dell’autonomia del personaggio (problema che fu considerato letterario e inconsistente da alcuni critici tra i quali Croce), quest’opera presenta sei personaggi appena abbozzati che pretendono dal loro autore una vita vera, una vita in svolgimento al di fuori della fissità raggelata e falsa dell’arte.

La tragedia dei Sei personaggi è la tragedia dell’incomprensione e dell’orrore. Di quella impossibilità di esprimersi, di comunicare e di toccare un fondo concreto e vivo delle cose del mondo, che resterà anche nei drammi seguenti una delle caratteristiche dell’arte di Pirandello.