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Durante il tragico inverno del 1944-45, la Resistenza nell’area friulana è animata da formazioni garibaldine e dai reparti dalla divisione Osoppo, tutti duramente attaccati dalle truppe tedesche e fasciste. Le forze partigiane slovene chiedono ai reparti italiani di passare sotto il loro controllo, al fine di coordinare meglio la lotta. I garibaldini accettano per ragioni politiche e militari, e così la divisione Garibaldi Natisone, già operante in stretto coordinamento con gli sloveni ma anche, sulla base di un comando unificato, con le Osoppo, passa sotto la dipendenza del IX korpus e si trasferisce in Slovenia.

La I brigata Osoppo – guidata dal capitano Francesco De Gregori, con un delegato politico democristiano (Alfredo Barzanti) e poi azionista (Gastone Valente) – si stanzia, invece, sulle Prealpi Giulie, nelle malghe di Porzûs, e resta isolata. A quel punto, i rapporti tra garibaldini e osovani si fanno tesissimi: De Gregori accusa i comunisti di essere “nemici occulti”, mentre l’Osoppo è accusata «non solo di patteggiamenti col nemico ma di avere ucciso direttamente, o informando il nemico, decine di garibaldini»: si tratta di accuse infondate diffuse, con rapporti inviati al PCI di Udine e ai comandi delle Garibaldi, ma non al CLN provinciale, da Arturo Toffanin, un «estremista fanatico» legato agli sloveni e al PCI udinese, già responsabile di aver abbandonato, con il proprio reparto e senza ragione, il settore a lui affidato nella zona libera del Friuli orientale (G. Fogar, Porzûs, in Ivi, p. 350). Il PCI di Udine, che ha salvato Toffanin dalla fucilazione alla quale era stato destinato dal comando della Garibaldi Natisone, condivide le accuse alle Osoppo.

Il 7 febbraio 1945, un reparto di circa 100 garibaldini guidati da Toffanin (nome di battaglia “Giacca”) sale alle malghe di Porzûs e uccide De Gregori, Valente, una donna e un partigiano garibaldino che, scappato da un treno che lo stava deportando, aveva avuto l’ordine di raggiungere il comando partigiano più vicino, che era appunto quello di De Gregori. Aldo Bricco, nuovo comandante della I brigata Osoppo – De Gregori era stato da poco nominato capo di stato maggiore della formazione – si salva per puro caso; altri 14 partigiani osovani sono portati a valle e uccisi nei giorni successivi. Il commissario politico delle Garibaldi Friuli, Mario Lizzero, da sempre favorevole al comando unificato con le Osoppo, riesce a rimediare alla frattura, che rischia di spaccare definitivamente la Resistenza nell’area. Nel dopoguerra, Toffanin – che si rifugia in Iugoslavia – e due dirigenti del PCI di Udine sono condannati per l’eccidio.