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Il mondo del calcio è ricco di pagine di storia, meravigliose ed emozionanti, destinate a rimanere nel tempo per molti anni ancora. Uno sport che, tuttavia, è stato anche segnato da drammi e tragedie, come quella che ha coinvolto il Manchester United nel lontano 6 febbraio 1958. Come per il Grande Torino, all’epoca scomparso da appena 9 anni, si trattò di un incidente aereo.

Il Manchester United prendeva parte alla seconda edizione della Coppa dei Campioni della sua storia. Dopo l’esordio nel 1956-57, in cui venne sconfitto in semifinale dal Real Madrid, era a tutti gli effetti considerata una delle squadre favorite per la vittoria finale. I Red Devils erano soprannominati Busby Babes per via del loro allenatore Matt Busby e dell’età media dei giocatori, molto bassa. La notte del 6 febbraio 1958 il Manchester United è di rientro dopo una gara di Coppa giocata a Belgrado contro la Stella Rossa – pareggiata per 3-3 con passaggio del turno grazie alla vittoria dell’andata. Il viaggio prevede uno scalo nell’aeroporto di Monaco di Baviera, in Germania.

Al momento del decollo, le pessime condizioni della pista, coperta di ghiaccio, e un’avaria al motore dell’aereo causano l’incidente. Il velivolo, dopo due tentativi, cerca di prendere il volo, finendo però con lo schiantarsi contro una recinzione dell’aeroporto tedesco. Perdono la vita 23 dei 44 passeggeri, tra cui molti componenti della squadra, membri dello staff e alcuni giornalisti. Tra i sopravvissuti Bobby Charlton, all’epoca poco più che ventenne, il quale negli Anni ’60 diventerà una delle più grandi icone del Manchester United, con 606 presenze e 199 reti in carriera.