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Nino Bibbia era uno dei tanti valtellinesi della provincia di Sondrio emigrati con la famiglia in Svizzera in cerca di fortuna. Assieme alla madre aveva un negozio di frutta e verdura proprio a Sankt Moritz. Fu notato, mentre si dilettava nello Skeleton, da un giornalista della Gazzetta dello Sport che lo segnalò al CONI. Il Comitato nazionale italiano lo iscrisse a Skeleton e Bob. “mi ero proposto anche per il salto con gli sci – disse poi Bibbia al Corriere dello Sport – ma neanche mi risposero”.

Il 4 febbraio 1948 Bibbia, su quella pista – la Cresta Run – che conosceva a memoria essendo casa sua, cominciò a sbaragliare la quotatissima concorrenza, fissando anche il record di percorrenza del 1948. Mentre la madre si lamentava di non avere il suo Nino in negozio, lui stava vincendo i giochi olimpici, rischiando anche di non partecipare alla premiazione proprio perché doveva tornare a vendere frutta. Note di colore a parte, Bibbia in quella specialità di nicchia (riapparve ai giochi solo nel 2002) è stato un campione storico. Tre volte campione del mondo di specialità, è morto novantunenne nel 2013.