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A circa una settimana dall’insurrezione di Franco che fece iniziare la guerra civile spagnola, i nazionalisti si trovavano nell’impellente necessità di trasferire l’armata di Franco in Spagna, e con lo stretto di Gibilterra controllato dai repubblicani, Franco si rivolse direttamente ai due regimi di estrema destra europei. Il 19 luglio Luís Bolín partì in aereo per Roma a richiedere l’aiuto di Mussolini, mentre a Tangeri Franco convinse il console italiano Pier Filippo de Rossi de Lion e l’addetto militare italiano, maggiore Giuseppe Luccardi, ad appoggiarlo.

Inizialmente Benito Mussolini si rivelò refrattario ad un intervento italiano in Spagna, a causa delle voci di un coinvolgimento francese nella guerra civile, ma col prosieguo dei giorni e grazie alle lusinghe di Franco – che prometteva peraltro un rapido successo e la sudditanza politica futura – la posizione del duce iniziò a pendere per l’intervento diretto. Il neo-Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano si disse fin da subito favorevole ad appoggiare i nazionalisti, in quanto un intervento poteva costituire un mezzo per spingere la Germania a collaborare con il governo fascista, e dare inizio dunque ad un percorso che avrebbe portato ad un’alleanza fra le due dittature. Tuttavia i rapporti del Servizio di Informazioni Militari italiano che provenivano da Parigi davano il governo di León Blum sempre meno propenso ad intervenire in Spagna, e ciò unito alla prospettiva di ampliare l’influenza italiana nel Mediterraneo spinsero Mussolini ad aiutare Franco, così nella notte tra il 26 e 27 luglio il duce diede disposizioni affinché i primi dodici bombardieri Savoia-Marchetti S.M.81 fossero inviati nel Marocco francese con una missione segreta. Il forte vento fece precipitare due dei dodici aerei, uno in mare e uno in territorio del Marocco francese, e a quel punto, nonostante Ciano negasse con forza l’evidenza, il coinvolgimento italiano divenne di dominio pubblico.

Con una procedura analoga Franco avviò i contatti con la Germania attraverso due uomini d’affari tedeschi che dirigevano in Marocco la Ausland Organisation, l’organizzazione nazista per l’estero, e il 22 luglio Franco poté contattare direttamente Adolf Hitler, il quale decise di lanciare l’operazione Feuerzauber (“incantesimo di fuoco”). L’aiuto tedesco si rivelò più discreto di quello italiano, e la Germania si limitò all’invio di circa 6 500 uomini, fondamentalmente tutti incorporati nell’unità aerea soprannominata «Legione Condor» e in qualche compagnia di blindati. Per Hitler la questione spagnola costituiva sicuramente un buon mezzo per assicurare la solidarietà con l’Italia e con una futura dittatura fascista in Spagna, e allo stesso tempo stornare verso il Mediterraneo occidentale le ambizioni del duce che presumibilmente avrebbe allentato le sue ambizioni nell’area danubiana.