Archivi

Categorie

Dopo l’invasione della Polonia nel settembre 1939, la città di Oświęcim (Auschwitz in tedesco) fu scelta dal Terzo Reich come la località più “adatta” per ragioni logistiche. La zona aveva infatti una rete ferroviaria ben sviluppata e collegata con altri Paesi. Per questo motivo già alla fine del 1939 il capitano delle Ss Arpad Wigand propose al comandante Erich von dem Bach-Zelewski, responsabile delle forze tedesche a Breslavia, di sfruttare la struttura di una vecchia caserma in un quartiere di Auschwitz per aprire il primo campo di concentramento e risolvere così quello che egli presentava come “il problema dell’affollamento” delle prigioni in Slesia.

Aperto nell’aprile del 1940, in un’area di circa 200 ettari, il campo vide arrivare i primi detenuti – alcuni prigionieri politici polacchi – il 14 giugno. Nel 1941, il campo fu poi allargato con la costruzione di Birkenau per diventare quindi definitivamente nel 1943 una “fabbrica della morte”. Al suo interno furono sterminate in totale oltre un milione e centomila persone, il 90% delle quali erano ebrei deportati dalla Polonia e da vari altri Paesi d’Europa.

Dall’Italia il primo trasporto di ebrei per Auschwitz avvenne il 23 ottobre del 1943, pochi giorni dopo il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma, avvenuto il 16 ottobre. Complessivamente, nel lager simbolo della Shoah persero la vita circa 8mila italiani. La liberazione del campo avvenne il 27 gennaio del 1945 a opera delle unità dell’Armata Rossa guidate dal maresciallo Ivan Konev che, dopo aver sfondato sul Fronte ucraino, marciavano ormai vittoriose in direzione di Berlino.

Sul territorio del lager, nel 1947, fu quindi fondato un Museo memoriale e nel 1979 Auschwitz-Birkenau è stato iscritto come “luogo di memoria” nell’elenco dei siti tutelati come Patrimonio mondiale dell’Unesco. Nel novembre 2005, l’Assemblea generale dell’Onu ha scelto la ricorrenza della liberazione del campo dell’orrore per istituire una Giornata mondiale di commemorazione di tutte le vittime dell’Olocausto.