Tomàs Nevinson, di Javier Marias – Einaudi – 2022 – €22,00

Mettiamo subito le cose in chiaro: Tomas Nevinson è grande letteratura. Un romanzo meraviglioso, che riesce a indagare nell’animo umano usando gli stilemi del thriller di spionaggio. Nessun personaggio è banale o è lì per caso, e ognuno ha qualcosa di dire al lettore.

 

Soprattutto, Marias riesce a rompere tutte le regole narrative, senza che per questo il lettore se ne senta disturbato. Qualche esempio? Le prime 120 pagine descrivono sì e no tre ore di eventi; c’è un cambio tra prima e terza persona narrante all’interno dello stesso capitolo e certe volte all’interno dello stesso periodo. In qualsiasi scuola di scrittura un talento meno potente di quello di Marias verrebbe oltremodo sgridato. Qui, è tutto armonico.

 

Perché non il massimo dei voti, allora? Perché paradossalmente, la forza del romanzo pè anche la sua debolezza. Il fatto di “voler sapere come va a finire” mette una frenesia che – date le 600 pagine del volume – certe volte fa passare sopra le pagine senza fermarsi a degustarle.

 

Qualcuno dirà che è colpa del lettore, e non dell’autore. È vero. Ma sta all’autore prevederlo. Se si scrive un libro così bello, si dovrebbe sapere anche che la trama principale è così avvincente da aver voglia di arrivare alla fine in fretta.

 

Insomma: consigliatissimo. Soprattutto se si vuole avere tra le mani ottima letteratura (per una volta) non inglese o francese. Per quella italiana, temo, occorrerà ancora aspettare parecchio.

 

Voto 4/5